IL MAROCCO NEI SECOLI
La preistoria
Si ritiene che già 70mila anni fa questa Regione dell'Africa fosse abitata dalla razza umana. Resti sicuramente databili (XX-VIII secolo a.C.) sono invece stati rinvenuti nelle grotte di Taforalt.
Sempre alla preistoria risale (III millennio a.C.) l'arrivo nel Paese dei primi berberi della tribù dei Mauri da cui i Romani nominarono la regione come Mauretania. Non si sa con esattezza da dove venissero, sembra dal Medio Oriente e quindi di origine semitica dove erano precedentemente arrivati dal Caucaso. Oggi a causa dei moltissimi incroci e apporti etnici si tende a considerarli più una famiglia linguistica che non etnica. Il loro apogeo storico fu raggiunto nel X sec.a.C. quando conosciuti come “Libici” diedero vita alla XXII dinastia dell’Alto Egitto.
I Fenici e i Cartaginesi
I primi Fenici arrivarono attorno al 1100 a.C. al seguito della mitica regina Didone che era stata esiliata da Tyro, iniziando loro colonizzazione della costa nord-africana, fondando alcuni insediamenti (Russadir o Melilla, Mogador o Essaouira) sull’Atlantico dove sfruttavano il celebre murex per la porpora, Lixus e quindi Cartagine (Kharta Kesh o La Città Nuova) nell’814 a.C..
A partire dall'VIII secolo a.C. la thalassocrazia Fenicia sviluppò un intenso commercio con la popolazione indigena e una stretta fascia costiera sull'Atlantico e attorno allo stretto di Gibilterra fu annessa al regno Cartaginese.
Nell'interno della fascia, i berberi arricchiti e progrediti per gli scambi con i Fenici, costituirono nel IV sec. a.C. una federazione di tribù con sede a Voulubilis, base futura del regno di Mauritania. Dopo la distruzione di Cartagine, avvenuta nel 146 a.C., fu Roma ad estendere la propria sfera di influenza alle regioni dell'Africa settentrionale. Fu fondata Sala Colonia sulla riva destra del Bou Regreg lo oued che taglia in due l’odierna Rabat, il cui quartiere antico si chiama appunto Saleh.
L'epoca dei Romani
Nel 25 a.C. l'imperatore Augusto nominò Giuba II sovrano della Mauritania e conferì a Tingis (Tangeri) il diritto e lo status di città romana.
Questo territorio doveva pagare un tributo a Roma ed era tenuto a fornire contingenti militari. Nel 40 d.C. Caligola fece assassinare Tolomeo, successore di Giuba, e la Mauritania, nonostante la resistenza berbera, cadde direttamente sotto il dominio di Roma, che la divise in due province: la Mauritania Cesariense e la Mauritania Tingitana; di cui Tingis, l'odierna Tangeri, era la capitale e Volubilis il centro principale. Da queste province Roma importava cereali, olio di oliva, grano, legno di tuia della Berberia e schiavi oltre che le fiere per i loro giochi circensi. Nel III secolo d.C. i berberi si ribellarono al dominio dell'Impero e costrinsero i Romani ad abbandonare il Paese che dal V al VII secolo rimase di fatto suddiviso in tanti piccoli potentati locali.
Vandali e Bizantini
Genserico re dei Vandali (428-477) dopo aver razziato tutto l’ex impero romano e messo a sacco la stessa Roma, invase il Paese ma non diede alcun contributo ne lasciò alcuna traccia salvo le distruzioni, vandaliche appunto. L’era cristiana iniziò con la conquista Bizantina dell’Africa Tingitana (attuale Algeria) nella seconda metà del III sec. e terminò nel VII sec. con l’affacciarsi sulla scena dell’Islam. I primi raids arabi che partivano dalla prima fortezza araba (Qairawan o Kairouan in Tunisia) trovarono un territorio indifeso per l’affievolimento dell’Impero teso più a difendere i suoi confini orientali. Contemporaneamente il Patrizio Bizantino Gregorio dichiarando l’indipendenza dalla madre patria, alleandosi con i berberi perde il supporto militare bizantino e viene sconfitto nel 670 dalle armate dei cavalieri del generale arabo Amir Oqba ben Nafi provenienti da Kairouan.
Gli Arabi
Attorno al 680 Oqba-ibn-Nafi completa la prima spedizione militare araba contro il Marocco arrivando fino a Massa sull’Atlantico, dove la tradizione vuole si sia immerso con il cavallo prendendo Allah a testimone che solo quella distesa d’acqua gli impediva di conquistare nuove terre al suo dio. La seconda spedizione avvenne tra il 705 e il 709 e in questa occasione le truppe arabe erano guidate da Musa-ibn-Nusseir. Verso la metà del VII secolo cominciò ad espandersi ovunque l'influenza dell'islamismo e nel 711 Tarik-ibn-Ziad generale berbero di Musa-ibn-Nusseir, inizia la conquista della Spagna visigota, sbarcando a Gibilterra (da Djebel-el-Tarik = monte di Tarik).
Dal 750 gli Abassidi prevalgono sulla dinastia Omàyyade e l’esule Abd-el-Rahman (il futuro fondatore della dinastia Omàyyade in Spagna) trova rifugio presso la tribù della madre che era una berbera Zeneta. Gli Abbassidi non invadono il Paese e lasciano che le dinastie berbere di dottrina kharijita (una delle scuole dissidenti del pensiero sunnita) mantengano il Magreb el-Aqsa (in arabo = il paese del sole calante o occidente) indipendente dai califfi di Baghdad. Nel 786 avviene la famosa battaglia di Fakh nei pressi della Mecca, nella quale la fazione dei seguaci di Ali (detti per cui sciiti dall’arabo sci’ia = sostenitore, partigiano) genero di Maometto avendone sposata la figlia Fatima), viene sconfitta dagli Abassidi di ortodossia sunnita (da sunna = legge). Le armate Abassidi erano condotte dal Califfo di Baghdad, Harun-el-Rashid più noto a noi qualeil principe de “le Mille e una Notte”
Moulay-Idriss ben Abdallah ben Hasan ben Alì che era diretto discendente di Maometto (il padre Hasan era il figlio di Fatima, figlia di Maometto e della sua prima moglie Kharija, e di Ali) sfuggito al massacro viene ospitato dalla tribù berbera degli Ouraba, ne diviene il capo dando inizio col nome di Idriss I, alla prima dinastia berbera e sci’ita del Paese, gli Idrissidi. Viene fatto sopprimere dal grande califfo Abasside , Harun-el-Rashid, ma la dinastia regnerà per circa due secoli e il suo santuario, tra Meknes e Fes, è ancora meta di grandi feste religiose o moussem e di pellegrinaggi.
Nascono le città imperiali - Gli Almoravidi e gli Almohadi.
Fès, la prima Città Imperiale del Marocco o makhzen fu fondata dalla dinastia Idrisside nel 791, come Medinat Fas (da fas = zappa, attrezzo che fu trovato al momento dello scavo della cinta muraria e simbolo del lavoro per i superstiziosi e mistici mussulmani sciiti).
Alla morte di Idriss II (828), il Paese viene annesso al Califfato di Cordoba (Omàyyade) che lotterà contro i Fatimidi (mussulmani non ortodossi sunniti ma sciiti che prendono il nome da Fatima figlia di Maometto e moglie di Alì che sarà il primo martire della sci’a) provenienti dalla vicina Tunisia. La città accoglierà circa 8.000 famiglie fuggite alla ferocia del Califfo di Cordoba, al-Hakam I, mantenendo nell’arte e nella tradizione, legami con l’Andalusia.
L’ortodossia sunnita non riesce ad essere ristabilita nel Paese e una nuova forza religiosa di rito malékita (eresia sciita) emerge con gli Almoravidi guerrieri di origine berbera, religiosi e puritani simili ai nostri Templari. Erano della tribù dei Sanhaja considerati dagli arabi “i più feroci tra gli uomini e le bestie” e dell’Islam avevano preso la cosa loro più conveniente e cioè la “jihad “ o guerra santa. Provenivano dall’Adrar ed erano anche detti “lemtounijne ”= uomo velato, dal modo di portare il turbante che ha qualche relazione con quello dei celebri “uomini blu” o Tuareg e riuscirono con le loro orde fanatizzate, a prendere la guida del Paese dal 1061 al 1147. Il loro nome deriva dalla corruzione spagnola di al-Mourrabitun e cioè abitanti del ribat (luogo di ritiro, convento fortificato) dove si era ritirato il loro capo e da cui deriva anche l’appellativo di “marabutto “ e cioè uomo santo.
Per combattere l’eresia kharigita che era divenuta la bandiera dell’autonomia berbera dalla sunna di Maometto, viene costruito un ribat o convento fortificato nella zona del Suk el-Ghezel da cui deriverà il nome della odierna Rabat.
Il loro emiro Abu Bekr, impianta nel 1070 un campo fortificato, che diverrà poi sotto il fondatore della dinastia, Youssef ben Tachfin, la seconda città makhzen : Marrakech, da cui deriverà il nome di Marocco.
Nell'XI secolo il loro regno si estendeva dal Senegal alla Spagna e comprendeva l'Algeria occidentale. La decadenza ha inizio a causa delle enorme ricchezze provenienti dalle razzie verso la Spagna e dal rilassamento dei costumi che viene attaccato da un berbero della tribù dei Masmouda, Ibn Toumart che si dichiara essere il “mahdi ” o il nuovo Profeta inviato di dio e inizia una rivolta sotto la bandiera della “Dottrina Unitaria” da lui sostenuta e che sfocia nella vittoriosa battaglia di Tinmel (vicino ad Asni).
Abd-el-Mou’min suo luogotenente darà inizio alla dinastia degli Almohadi (1133-1269) (al-Muwahiddun da cui deriva il nome della dinastia, significa “gli Unitari”). Il loro regno teocratico retto da religiosi colti ma puritani arrivò ad includere oltre al Marocco, l'Algeria, la Tunisia, la Spagna del Sud e la Tripolitania ed egli assunse il titolo di “Principe dei Credenti” e cioè di Califfo con il diritto di far recitare la Preghiera del Venerdì in suo nome da Tripoli alla Castiglia.
Sotto il loro dominio scienza e arte vissero un periodo di massimo splendore (alla loro corte si trovava il celebre medico e filosofo noto per i suoi commenti di Aristotele, Mohammed-ibn-Rachid più conosciuto in occidente come Averroé ). All'inizio del XIII secolo, dopo l’invasione di Yacoub Youssef detto el-Mansour (il vittorioso) della Spagna e la fondazione di Rabat scoppiarono sanguinose rivolte favorite dalla decadenza della dinastia e l’impero crollò sotto la pressione di altri nomadi zeneti.
I Merinidi e i Saadiani
Tra il 1248 e il 1265 la storia del Marocco fu segnata dalla dinastia dei Merinidi , nomadi berberi della tribù zénèta dei Beni Merin (da cui deriva il nome della dinastia), provenienti da Sijilmasa (oggi Erfoud) al confine orientale con il Sahara . Chiamati come mercenari per le spossate armate Almohade, prendono il sopravvento alla guida di Abou Yahia. Durante il loro regno il Paese conobbe un periodo di benessere economico e di sviluppo artistico e intellettuale senza precedenti. Il XIV secolo fu infatti la grande epoca del Maghreb, come anche dell'Andalusia moresca sotto i re nasridi di Granada, loro modelli culturali.. I re merinidi, in particolare Abou el Hassan (1331-1349) e Abou Inan (1349-1358), lasciarono al Marocco una preziosa eredità culturale. Accanto alla vecchia Fès-el-Bali ne fu fondata una nuova, Fès-el-Djedid, e anche le altre città ebbero nuove, grandiose costruzioni, come le moschee di Taza e Tlemcen, l'arsenale di Salé e le madrase o scuole teologiche che sorsero un po' dovunque.
Tra il 1472 e il 1554 il Marocco sperimentò il disastroso regno dei Wattasidi sempre di etnia zénèta che accettando l’onda della reconquista dei territori spagnoli, favorirono l’inse-diamento lungo la costa, di basi ed empori lusitani ed iberici.
La rinascita del Paese inizia nel 1554 con la conquista del potere da parte dei Saadiani, berberi che provenivano dalla Valle del Draa. L’obiettivo fondamentale dei loro sharif, era la guerra santa contro gli spagnoli e i portoghesi, che si erano sempre più installati in basi fortificate lungo la costa, riuscendo a sconfiggere un esercito di 20.000 portoghesi nella battaglia dei Tre Re (4 agosto 1578).
La loro epoca segnò un notevole potenziamento dell'agricoltura e un fiorente sviluppo del commercio (si esportava oro, schiavi e zucchero). Fu proprio in questo periodo che uno dei sultani saadiani scoprì l'esistenza di ricchi giacimenti d'oro nel Sahara e a Timbouctù e guidò una leggendaria marcia di conquista attraverso il deserto verso il regno Songhai.
Da allora le carovane del deserto cominciarono a trasportare il prezioso metallo a Marrakech, che si arricchì di moschee e palazzi. Attorno al 1609 gli Hornackeros, i combattivi successori dei mussulmani spagnoli, fuggirono da Hornachos in Spagna verso l'Estremadura e poi in Marocco. Il loro esempio fu seguito da altri mori provenienti dall'Andalusia, dalla Catalogna e da Murcia. Questi ultimi si insediarono nella Medina di Rabat, sulla riva opposta del Bou Regreg e fondarono Salé (oggi Kasbah degli Oudaïa) sui resti della prima colonia romana.
Fu fondata la effimera Repubblica di Bou Regreg nel 1627 e si iniziarono a compiere atti di pirateria fingendo di partecipare alla guerra santa contro la Spagna. Anche tra gli europei vi furono famosi corsari che facevano base in Marocco; tra questi l'olandese Jan Jansz di Haarlem (chiamato Morat Raïs ). Fino al XVIII secolo Rabat e Salé furono di fatto repubbliche autonome che vivevano di pirateria.
Gli Alaouiti
E’ il nome della attuale Famiglia Reale che viene dal Fondatore del Paese, Moulay Ali Cherif che divenne Sultano di Tafilalt nel 1631. Suo figlio Mulay r-Rashid (1664-1672) pacificò e unì tutto il Paese. Gli Alaouiti affermano di discendere direttamente dal Profeta Maometto, per via della figlia Fāṭimah az-Zahrah, e di suo marito ’Ali ibn Abu Talib, il Quarto dei Califfi Ben Guidati (o Rashidun) e il primo della Sci’ia
Gli Alaouiti o Hassanidi, che provenivano anch’essi da Sijilmassa e posero fine al periodo di confusione che caratterizzò gli anni successivi alla caduta della dinastia saadiana.
Moulay Ali (da cui il nome della dinastia) Ismail Sharif, che salì al trono nel 1666 e vi rimase fino al 1727, restaurò (molto crudelmente) l'ordine nel Paese formando un potente esercito con il compito di sedare le rivolte tribali.
Meknès arricchita dai tesori sottratti a Marrakech, divenne la nuova capitale makhzen o Imperiale Consapevole del fatto che già nel XVII secolo erano importanti le relazioni internazionali, Moulay Ismail instaurò buoni rapporti con il Re Sole. Luigi XIV, tali da fargli chiedere in sposa una sua figlia illegittima (la principessa Conti) cosa che fu peraltro respinta con tale ilarità da far terminare il rapporto diplomatico con la Francia.
Al regno di questo grande sultano seguì un periodo segnato da lotte tribali e da sanguinose rivolte. Tuttavia, la dinastia degli Alaouiti riuscì a rimanere sul trono. Seguirono anni di grande stabilità finché, in occasione del conflitto tra l'Algeria e la Francia, il Califfo Abd-el-Rahman si lascia convincere dall’emiro Abd-el-Kader a prendere le parti del Paese più vicino e dichiarare infine guerra alla Francia.
Nel 1844 L'esercito marocchino venne sconfitto dalle truppe francesi ma nel successivo trattato di Tangeri viene ristabilita l’alleanza arrivando a nuovi trattati commerciali e allo sviluppo del nuovo emporio di Mogador (oggi Essaouira) sull’Atlantico.
Nacque immediatamente una questione spagnola con successiva guerra che permise alla Spagna la dominazione di Tetouan e la concessione del territorio a nord del Paese (Ceuta).
Fu la Gran Bretagna, che non era riuscita ad insediarsi completamente nel nuovo emporio di Trafaya di fronte a Gibilterra (creato per evitare le tasse governative di Mogador) a concedere uno spazio alla Francia rinunciando alla sua sfera di influenza in questo Paese in cambio di altre concessioni dando l’avvio al futuro protettorato francese. Vi contribuì anche una celebre figura, quella del famoso el-Glaoui, (el Hadj al Thami ) che avendo portato l’imperatore Moulay-abd-el-Hafiz, a firmare il trattato franco-marocchino il 30 marzo 1912, venne nominato in cambio dai francesi, Pashà di Marrakesh, titolo che gli rimase fino al 1955, riuscendo a ritagliarsi un impero nelle montagne dell’Alto Atlante.
Il Protettorato francese
Le grandi potenze europee, alla perenne ricerca di nuovi mercati, rivolsero la loro attenzione ai Paesi nord-occidentali dell'Africa raggiungendo un accordo di spartizione egualitaria dei benefici commerciali (esenzione dalle tasse) nell’Atto di Algesiras del 1906.
L'imperatore tedesco Guglielmo II, consapevole dell'ormai prossima intrusione francese in Marocco, decise di contrastare la potenza francese prima nel 1905 e successivamente nel 1911, inviando una sua nave da guerra, la "Panther", davanti al porto di Agadir. Ma l'azione non ebbe successo. L'Inghilterra. alla quale la Francia aveva lasciato via libera in Egitto, non si oppose alle mire espansionistiche di quest'ultima nei confronti del Marocco. Nel 1912 vennero così firmati i contratti di Protettorato franco-marocchino e ispano-marocchino e il Paese perse la sua indipendenza. Il Protettorato spagnolo, la cui capitale fu fissata a Tetouan, si estendeva a nord e nell'estremo sud del Marocco. I francesi invece istituirono il loro Protettorato su tutto il resto del territorio con capitale Rabat. Nel 1923 Tangeri venne dichiarata zona internazionale con uno statuto particolare, e riconosciuta come entità distinta. A partire dagli anni Trenta si formarono in Marocco partiti e movimenti politici il cui obiettivo era quello di restituire al Paese la propria autonomia. Questi gruppi erano appoggiati dal sultano Sidi Mohammad-ibn-Yusuf, che nel 1953 fu detronizzato dai francesi, aiutati da cospiratori marocchini quali lo stesso Pasha Thami el-Glaoui e il capo religioso Abdelhay el Kettani (il cui fratello era stato fatto giustiziare a frustate dal sovrano) e mandato in esilio nel Madagascar. Il 16 novembre 1955 Mohammad-ibn-Yusuf venne però richiamato in patria dai francesi e dallo stesso el-Glaoui quale unico mediatore alle rivolte interne sempre più sanguinose.
L'indipendenza riconquistata
Nel 1956 il Marocco settentrionale riconquistò la propria indipendenza, e nel 1958 anche le regioni meridionali del Paese riuscirono ad ottenere la loro autonomia. Solo Ceuta e Melilla rimangono ancora soggette al controllo spagnolo. Nel 1957 Mohammad-ibn-Yusuf della dinastia Alaouita, tornato trionfalmente a Rabat due anni prima, salì nuovamente al trono con il nome di Muhammad V. Dopo la sua morte, nel 1961, venne nominato re il figlio maggiore con il nome di Hassan II. sovrano con il titolo di Capo dei Credenti (Amr al Muminin ) tradizionalmente riservato ai Califfi sunniti. Alla sua morte il 23/7/99 sale al trono il figlio Mohammed VI, attuale sovrano.
Un anno dopo venne promulgata una Costituzione in virtù della quale il Marocco diviene una monarchia costituzionale. Nel 1975, Marocco, Spagna e Mauritania conclusero a Madrid un accordo in base al quale la Spagna dovette cedere le proprie colonie nel Sahara. Alla fine del '75 il Marocco annesse al proprio territorio la parte settentrionale dell'ex Sahara Spagnolo. Un terzo delle regioni sahariane fu invece integrato alla Mauritania. In seguito l'ONU propose un referendum per l'indipendenza del popolo saharaoui, che però non venne attuato. Nel 1976 si costituì il Fronte Polisario che proclamò l'indipendenza della Repubblica Democratica del Saharaoui. Nel 1979 la Mauritania firmò con il Fronte Polisario un accordo col quale si impegnava a rinunciare all'area occidentale del Sahara acquisita in seguito al trattato del 1975. Il Marocco non riconobbe l'accordo e, dopo avere rivendicato i propri diritti sul territorio, fece erigere un muro fortificato che attraversa in diagonale il Sahara occidentale, al fine di esercitare il proprio controllo su tutta la zona. Da allora il Marocco controlla quasi due terzi dell'ex Sahara Spagnolo. Nel 1982 la Repubblica Araba Democratica del Sahara è entrata a far parte dell'Organizzazione per l'Unità Africana (OAU). Attualmente la situazione è in fase di stallo. L'attività del Fronte Polisario si è quasi del tutto estinta. Si attende l'attuazione di un referendum definitivo proposto già nell'agosto 1988 dal segretario dell'ONU Perez de Cuellar, in base al quale le popolazioni autoctone delle zone interessate decideranno se lasciarsi annettere al Marocco o costituire uno Stato indipendente.